FIGLI E FIGLIASTRI
E' notizia di oggi (Fonte: http://triskel182.wordpress.com/2011/12/09/riforma-pensioni-non-per-dipendenti-camera-senato-quirinale-e-corte-costituzionale-eduardo-di-blasi/) che il Qurinale, la Camera e il Senato hanno deciso, in tempi diversi di adottare misure più restrittive per il pensionamento dei propri dipendenti (non per i politici).
Quindi un passo verso l'equità sociale in modo da penalizzare questi dipendenti come gli altri lavoratori dipendenti lo sono dalla folle riforma Fornero.
Peccato però che andando a leggere le norme pensionistiche di quei dipendenti si trovi che:
I dipendenti del Quirinale andranno in pensione a regime (un po’ di tempo per adeguarsi gli va dato, no?)con il limite di 60 anni di età e 35 di anzianità. Notare che in media ogni anno il fondo pensioni del Quirinale nel 2011 eroghererà 99 miloni di euro di pensioni a fronte di una entrata contributiva di 8 milioni di euro
I dipendenti del Senato andranno in pensione a 60 anni con 20 anni di servizio effettivo e 35 di contributi , ma potranno andare a 57 anni, con penalizzazioni. In compenso i loro contributi che erano il 9,7% sono scesi all'8,8
I dipendenti della Camera aspettano di vedere cosa cambierà nelle loro pensioni dal 2012, ma fossi in loro, viste le modifiche fatte a Quirinale e Senato, starei tranquillo: niente traumi in vista; quelli lo stato li riserva agli altri lavoratori dipendenti il cui fondo anche se è in attivo anno dopo anno è oggetto di aggressioni incomprensibili se non in una ottica di pura cassa, che non pare troppo intelligente applicare a un sistema pensionistico.