Alcune precisazioni a Enrico Cisnetto dopo Porta a Porta del 27 Settembre

Pubblicato il da basta-con-i-tagli-alle-pensioni

Testo della mail inviata a Enrico Cisnetto:

 

Ho seguito il suo intervento a Porta a Porta, compreso il servizio introduttivo sul tema delle pensioni.

Ritengo che Lei abbia taciuto un bel pò di verità che sarebbe stato necessario invece riportare ma che avrebbero pesantemente conflitto con le sue teorie circa la necessità e opportunità di riformare le pensioni di anzianità in questo momento e con draconiana urgenza.

La prima verità, che Angeletti le ha immediatamente ricordato (brutto che un sindacalista debba dare delle precisazioni tecniche a un economista/opinionista!) è che Lei parla genericamente di "pensioni" mentre nel calderone da lei lasciato non specificato convivono previdenza (meccanismo contributi-pensione), assistenza (pensioni sociali, invalidità) e elargizioni elettorali del passato (pensioni baby).
Uno studio completo dovrebbe spacchettare questi tre filoni in modo che si possa iniziare dal giudicare dove sia il reale problema economico dell'INPS, ma lei non l'ha fatto.

La seconda verità è che il sistema contributi-pensione (previdenza) regge se contabilizzato in modo autonomo, grazie al fatto che nonostante la allungata aspettativa di vita le liquidazioni INPS nel 2010 sono state al 9% pensioni di reversibilità e quindi a erogazione molto ridotta e che ci sono rivoli di contributi che non generano mai pensioni (decessi prematuri, cessazioni di lavoro dipendente). 

La terza verità è che l'aspettativa di vita di chi nasce oggi (e che è per i maschi italiani appena sotto gli 80 anni) è un parametro fuorviante per valutare la tenuta di un sistema previdenziale/assicurativo relativo a persone nate negli anni 40, 50 e 60. 
Il parametro da utilizzare per questi casi è l'aspettativa alla nascita dell'epoca o, meglio, l'aspettativa che tali persone avevano intorno ai 20 anni, cioè quando entravano nel mondo del lavoro. L'aspettativa di vita di un maschio italiano nato nel 1960 era di 66,7 anni!
Infatti ove questa aspettativa si sia poi concretizzata, l'erogazione media di pensione intera da parte dell'INPS è di molto inferiore ai 20  anni sbandierati con colpevole leggerezza sulla base della aspettativa ALLA NASCITA di oggi.

La quarta verità, anch'essa rimandatale da Angeletti, è che l'affermazione che con il nostro sistema pensionistico si va in pensione molto prima che nel resto d'Europa è totalmente sbagliata.
In Germania l'età media di uscita è stata nel 2010 inferiore ai 62 anni, in Francia inferiore ai 60 anni. In entrambe quelle nazioni c'è un piano per innalzarla nel tempo, ma anche noi ne abbiamo uno in vigore con lo stesso scopo. Già oggi la pensione anticipata richiede in Italia un MINIMO di 61 anni e un mese per essere erogata.

La quinta verità è che i nostri contributi versati ( sottratti in modo forzoso dalle retribuzioni dei lavoratori impedendo loro di crearsi una propria assicurazione) sono molto più alti che nel resto d'Europa e del mondo. In Italia si arriva oltre il 33% contro il 19% della Germania. Pertanto, citare la troppa incidenza delle pensioni sul PIL senza chiarire che anche l'ammontare dei contributi come percentuale del PIL è elevatissima non consente a chi  ascolta di capire bene. Su questo Angeletti non è stato efficace, contestandole unicamente che l'incidenza del comparto PREVIDENZIALE (di nuovo: meccanismo contributi-pensione) sul PIL è molto inferiore a quello da lei citato, che comprende anche l'assistenza.

Chiarite tutte queste cose, che lei non ha chiarito, vengo alla sua affermazione che  si dovrebbero utilizzare i proventi di un rinvio dei pensionamenti di anzianità all'innalzamento delle pensioni molto basse (sociali).

Non mi sogno di contestare che le pensioni sociali, ove siano l'unico sostentamento, siano sotto la soglia di povertà e vadano elevate. Mi domando come le venga in mente che si debba farlo dal sistema previdenziale e non dalla fiscalità generale, quasi che il problema delle basse pensioni sociali debba essere risolto a carico dei soli pensionati con contributi e non anche  degli altri cittadini. 

In pratica il suo suggerimento, che mi sembra infondato e sostanzialmente ingiusto è di tagliare pesantemente le erogazioni ha chi ha pagato i contributi (Ha presente quanto vale un anno di pensione per chi magari è senza lavoro in regime di prosecuzone volontaria o in mobilità?) per destinare le risorse a:

- Mantenimento delle pensioni baby
- Incremento delle prestazioni alle pensioni non supportate da contributi

Non mi pare che questa proposta vada nella direzione della costruzione di un sistema previdenziale sano e rispondente ai criteri di buona gestione di uno strumento che dovrebbe sostanzialmente assicurativo.
Credo che finché non si uscirà dall'equivoco previdenza/assistenza/clientela elettorale non potremo mai prendere decisioni corrette sul sistema pensionistico. La sua performance di ieri sera non andava secondo me nella direzione del chiarimento.

La invito a leggere il mio blog: http://basta-con-i-tagli-alle-pensioni.over-blog.it/  dove troverà doverosamente anche copia di questa mail.

Saluti

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M
<br /> Giuliano Cazzola*<br /> Il dubbio ci era passato per la mente. Adesso, dopo la pubblicazione della lettera della Bce del 3 agosto, ne abbiamo la certezza: il Governo aveva attribuito, impropriamente, un carattere al<br /> documento, soltanto perché non se la sentiva (o non era politicamente in grado) di adottare talune delle misure indicate. E che dire della sinistra politica e sindacale, che pure aveva sollecitato<br /> la pubblicazione della lettera ? Sicuramente una manovra come quella suggerita da Jean Claude Trichet e Mario Draghi (la meticolosa conoscenza dei problemi italiani sta a dimostrare che il secondo<br /> non ci ha messo solo la firma) sarebbe stata politicamente insostenibile per il Pd e i suoi potenziali alleati, anche se le critiche esplicite sono venute solo da Nichi Vendola e dagli scampoli<br /> veterocomunisti. Qualcuno si è persino risentito per la violazione della sovranità nazionale, che, a suo dire, non può essere sottomessa alle tecnocrazie europee; dimenticando, però, di aggiungere<br /> che quando si va a batter cassa (lo abbiamo fatto per tutto il mese di agosto, mentre da noi infuriava un dibattito senza capo né coda sul decreto) non si ha il diritto di rivendicare un’autonomia<br /> che non si è stati capaci di difendere. Ebbene, nella lettera della Bce viene richiamata la possibilità di . Sappiamo tutti come è andata a finire questa partita e come la Lega si ostini a<br /> difendere le pensioni ‘padane’ di anzianità. Ma il discorso è tutt’altro che chiuso come dimostrano le interessanti proposte, in merito, contenute nel documento delle associazioni imprenditoriali.<br /> Così, al pari di altre volte, ecco arrivare il dell’Inps a spiegare che, in realtà, il numero dei trattamenti di anzianità nel 2011 registra un vistoso calo rispetto all’anno precedente. Al solito,<br /> c’è sempre qualcuno che, al mattino, svegliandosi, si meraviglia di trovarsi uguale a come si era caricato la notte precedente. Che cosa altro sarebbe potuto accadere, visto che, nel 2011, è<br /> entrata in vigore la per i lavoratori dipendenti ed autonomi che ne ha ritardato il momento della quiescenza ? Non si tratta di dissetare se il sistema pensionistico sia o meno in equilibrio. Le<br /> esigenze a cui rispondere sono altre e diverse. Si deve ridurre la spesa pubblica; e le pensioni, per il loro peso finanziario, sono tenute a fornire un contributo importante, crescente e<br /> strutturale. Il Paese, inoltre, non può più permettersi di mandare in pensione (in aggiunta ai milioni di lavoratori che hanno potuto farlo poco più che cinquantenni) persone con un’età inferiore<br /> ai 60 anni, destinate a percepire - per 20-25 anni e a carico delle generazioni future - un assegno che i contribuenti di domani vedranno come un miraggio quando verrà il loro turno. Prima di<br /> protestare, di maledire il destino cinico e baro, di prendere a male parole chi sottolinea tali contraddizioni, bisognerebbe avere l’onestà intellettuale di chiedersi perché, in tutto il mondo,<br /> Governi di ogni colore politico si pongano il problema di aumentare l’età effettiva di pensionamento. E’ colpa della Spectre ?<br /> *deputato del pdl<br /> <br /> Questa la risposta che Cazzola mi ha girato alla mia domanda se fosse ancora il caso di intervenire sulle pensioni di anzianità: invito tutti a scrivere a lui; Lupi, Straquadanio,che vogliono<br /> pervicacemente cancellare le pensioni di anzianità magari aggiungendo oltre alle solite considerazioni di cominciare a intervenire sulla pensione di 15000 € di Draghi avuta a 59 anni.<br /> <br /> <br />
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E
<br /> Meno male che qualcuno ci ha pensato....bravi! Io voglio insistere sul fatto che ci è bastato un imprenditore al governo, non ne vogliamo vedere altri per i prossimi 200 anni. E' chiaro che gli<br /> imprenditori fanno gli interessi degli imprenditori, il loro parere sarà anche interessante, ma non è l'interesse del paese. Inutile che Marcegaglia, Montezemolo ecc. facciano passare i lori<br /> interessi come generali, non è così. l'analisi dei conti che vedo su questo blog lo dimostra<br /> <br /> <br />
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B
<br /> <br /> Gli imprenditori, se fanno gli imprenditori vanno bene. E su alcune cose riguardo al costo del lavoro hanno anche ragione. Il problema in questo momento è che gli imprenditori e anche tutto il<br /> resto del'establishment (media, economisti) hanno identificato le pensioni come il posto in cui si potrebbe attingere senza troppe turbolenze così da non dover toccare altri settori (assistenze,<br /> clientele, sprechi, grandi patrimoni).<br /> <br /> <br /> Sul fatto che non ci saranno turbolenze, dobbiamo farli ricredere ORA.<br /> <br /> <br /> Qundi occorre essere presenti e martellare parlamentari e media.<br /> <br /> <br /> <br />
M
<br /> Le cose che sono scritte sul blog sono a conoscenza di poche persone che frequentano la rete; l'opinione pubblica è quotidianamente martellata dai media sulla necessità di cancellare le pensioni di<br /> anzianità che sono la vera rovina dell'Italia; comr fare a combattere efficacemente tale campagna? Quali forme di lotta per evitare che venga compiuto l'ennesimo scippo ai danni dei lavoratori?<br /> <br /> <br />
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B
<br /> <br /> Sono daccordo con lei e anche io ho un pò di senso di frustrazione.<br /> <br /> <br />  <br /> <br /> <br /> L'unico suggerimento è di mobilitarsi il più possibile, facendo circolare l'indirizzo del blog e promuovendolo, scrivendo a parlamentari e giornali, intervenendo con commenti sui forum del WEB,<br /> particolarmente quelli dei quotidiani e commentando i loro articoli.<br /> <br /> <br /> Provare a contattare anche le emittenti televisive, particolarmente le redazioni dei talk shaws, dove regolarmente non vengono date queste informazioni.<br /> <br /> <br /> <br />
R
<br /> Ciao<br /> sono d'accordo con te per questo ho creato una analoga pagina su facebook, penso sia importante unirci in questa battaglia.<br /> <br /> <br />
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B
<br /> <br /> Bene, per vedere la pagina di facebook di Renato il link è:<br /> <br /> <br /> http://www.facebook.com/pages/NO-al-taglio-delle-pensioni/120219334751278?notif_t=page_new_likes<br /> <br /> <br /> Invito tutti ad aderire e soprattutto a condividere sia quella pagina che questo blog con tutte le persone possibili.<br /> <br /> <br /> Solo una presa di posizione ferma e ORA ci può aiutare.<br /> <br /> <br /> <br />