Le pensioni di anzianità non affossano l'INPS

Pubblicato il da basta-con-i-tagli-alle-pensioni

Da fonte INPS (V. figura sotto) si evince che nell'anno 2010 le pensioni liquidate per anzianità e vecchiaia sono state circa il 60 % del totale, mentre un altro 31% di liquidazioni sono state relative a pensioni indirette e di reversibilità, cioè le così dette "pensioni ai superstiti" . Un altro 8% circa è stato attribuibile a pensioni di invalidità e inabilità.

spesainps

Da questi dati si possono trarre alcune considerazioni:

  1. Le uniche pensioni erogate integralmente, cioè con il massimo calcolato con il sistema retributivo sono state il 60% delle totali; le pensioni "ai superstiti sopportano decurtazioni gravi, fino al 40 % degli importi originali nel caso in cui vi sia il (la) solo(a) coniuge avente diritto; tale decurtazione può ulteriormente essere portata fino al 70 % dell'importo originale ove il (la) sopravvissuto(a) abbia un reddito superiore a 5 volte il minimo pensionistico e cioè superiore a 2500 € lordi /mese.
  2. Le pensioni di invalidità e inabilità non dovrebbero semplicemente essere contabilizzate sotto la voce previdenza in quanto non sono erogate in base ad un meccanismo di accumulo assicurativo.
  3. Con una approssimazione abbastanza realistica si può stimare che in media, per ciascun trattamento di reversibilità sia stato erogato circa il 60% della pensione originale (31 trattamenti parziali equivalgono allora a circa 19 trattamenti completi) e che quindi, limitatamente ai trattamenti genuinamente previdenziali, l'INPS  abbia liquidato nel 2010 circa 79 trattamenti interi per ogni gruppo di ipotetici 91, con una percentuale dell'87 % circa. Senza neppure contabilizzare (non ho dati) le contribuzioni che l'INPS si è incamerato senza alcuna liquidazione (morti premature etc.) il solo dato dell'87% di liquidazioni parla a favore di una buona tenuta del comparto puramente previdenziale.
  4. Guardando al puro totale di trattamenti erogati, detraendo l'8% circa delle liquidazioni per invalidità e inabilità si ipotizza un risparmio sui conti PREVIDENZIALI dell'INPS ben superiore a qualsiasi risparmio generato da qualsiasi scalino o scalone o riforma ulteriore.

Pertanto, per l'ennesima volta, il taglio draconiano dei trattamenti di anzianità e vecchiaia non risulta nè necessario, nè equo, nè logico, ma si rivela un semplice prelievo di risorse non per destinarle al sistema previdenziale presente o futuro (che non ne hanno bisogno) ma per utilizzarle dove meglio fa comodo.

MEDITIAMO.....

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