Le bugie sull'aspettativa di vita.

Pubblicato il da basta-con-i-tagli-alle-pensioni

Che l'aspettativa di vita sia generalmente aumentata nei decenni e lo sia anche nel caso specifico dell'Italia è un dato di fatto misurato.

Che invece l'aumentata aspettativa di vita sia alla base di un prevedibile collasso del sistema pensionistico italiano è nella migliore delle ipotesi un grossolano errore e nella peggiore delle ipotesi un voluto falso.

Venendo ai dettagli,  La Banca Mondiale ha pubblicato una statistica

(http://www.indexmundi.com/facts/indicators/SP.DYN.LE00.IN/compare#country=it

) specificatamente relativa all'Italia, dalla quale si può avere l'aspettativa di vita ALLA NASCITA di un italiano (uomo o donna indistintamente mediati) dal 1960 al 2010; la curva sale in modo impressionante da una aspettattiva di 69,1 anni nel 1960 a una aspettativa di 81,4 anni nel 2010. Limitatamente ai soli maschi, che costituiscono la maggior parte della popolazione lavorativa, l'aspettativa di vita era di 66,7 anni nel 1960 ed è di 77,4 oggi

Quest'ultimo numero è quello che fa dire a molti politici, industriali ed economisti, o per ignoranza o per malafede, che un pensionando di oggi beneficierà di 20 anni di pensione incassando così molto di più dei contributi versati e mettendo a rischio il sistema pensionistico del futuro.

Il diavolo, come dicono gli anglosassoni, risiede nei dettagli e infatti il dettaglio è che il bilancio di previsione dell'INPS tra contributi ricevuti e  pensioni erogate, limitatamente a una fascia di popolazione, non deve essere fatto prendendo a riferimento come parametro di misura del tempo di erogazione l'aspettativa di vita alla nascita OGGI.

Non dovrebbe neppure essere necessario spiegarlo, particolarmente agli economisti, ma tale aspettativa può essere utilizzata al massimo per formulare una previsione circa gli anni di percepimento medio della pensione di coloro che nascono oggi.

Viceversa, per valutare la sostenibilità del sistema relativamente a coloro che oggi hanno circa 60 anni e sono quindi nati negli anni 50, occorre prendere a riferimento la loro aspettativa alla nascita e quindi negli anni 50.

La statistica pubblicata dalla Banca Mondiale non fornisce dati sugli anni 50, ma certamente l'aspettativa di vita in tali anni non poteva essere superiore a quella degli anni 60 e cioè in Italia mediamente inferiore a 70 anni.

A onor del vero occorre dire che l'aspettativa di vita era calcolata (e lo è anche oggi) tenendo conto delle presumibili morti infantili e della estrema longevità di alcuni individui e a tale proposito rinvio, per avere più informazioni al sito http://www.worldlifeexpectancy.com/country-health-profile/italy dove è possibile avere dettagli sulla distribuzione dell'aspettativa di vita nei vari decenni, sempre in Italia; quest'ultima statistica ci dice che circa il 35% dei nati negli anni 50 era previsto (purtroppo) morire prima dei 20 anni; prendo i 20 anni a riferimento perchè mediamente questa è l'età in cui le persone iniziavano, negli anni 70 la loro attività lavorativa; depurando il campione da tale 35% il nuovo modello ricavato dice che tra gli ultraventenni meno del 30% poteva aspettarsi di superare i 65 anni. Questo ci dice senza ombra di dubbio che solo il nel 30 % dei casi l'INPS poteva aspettarsi di erogare una pensione integralmente, mentre per il rimanente 70% le pensioni sarebbero state largamente inferiori (reversibilità) oppure addirittura i contributi versati non avrebbero dato luogo ad alcuna pensione.

Ammetto che il calcolo non è esattamente raffinato, ma certamente il modello generale lo è e il margine di errore, ancorchè fosse del più o meno 10 % non sposterebbe radicalmente il risultato.

Pertanto l'unico rimorso che gli attuali 60enni potrebbero avere non è di stare pregiudicando i bilanci dell'INPS e sottraendo le pensioni alle generazioni future, ma casomai di usufruire di pensioni basate (anche) sui contributi di persone decedute; ma ciò purtroppo è insito in qualsiasi sistema assicurativo. 

Ma ancora c'è chi sostiene che il fatto che i 60enni di oggi possano vivere e percepire pensione fino ad 80 anni mina la sicurezza del sistema INPS; come spiegargli che non è vero?

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